Pagina (315/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma da questo lato non v'era nulla a sperare; di che fattasi innanzi risoluta:
      «Giuliano, - disse a lui, spaurito di vederla così mutata - sii sincero, che avete fatto a Torino, tu e i tuoi amici?
      «Nulla! - rispose il giovane.
      «Meglio! Ma se non vuoi vedermi morire prima che sia notte, parti... e non parlar più di Torino... Tu sai la via della montagna, a due ore di qui si varca il confine della repubblica di Genova...: là ti riposerai a tuo agio... Non dirmi di no, perchè sono tua madre, e te ne pentiresti tutta la vita... Rocco verrà con te, danari in casa ne abbiamo...; o Giuliano, quella bella riviera vicino a Savona...! Io vi passai con tuo padre una volta, e mi rimase negli occhi quel paradiso! Dammi la consolazione di vivere alcuni mesi teco, in una di quelle casette, sorridenti... affacciate tra quei cigli di rupi, tra gli aranci e gli olivi, col mare in vista e il cielo! Sì, sì, Giuliano, tu la cercherai una di quelle casette; non baderai a spese, e vedrai, come vi staremo bene...: accontenta tua madre, perchè da un giorno all'altro..., mi sento vicina a morire...!»
      Non le sarebbe bisognato che quest'ultima parola, per avere da lui tutto quello che bramava. Al pensiero di doverla veder morire un qualche giorno; Giuliano si era sempre sentito come un navigante, che rotta la nave in mare per fortuna, fosse sbattuto dall'onde sovra uno scoglio; e là, solo, assiderato, di notte, sentisse una voce tuonar dall'abisso: «tu aspetti il sole, e il sole non spunterà mai più!» Questa immaginazione lo assaliva di quando in quando, e durava fatica a torsela dalla mente; sicchè molte volte ne aveva pianto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Torino Torino Genova Giuliano Savona Giuliano Giuliano Rocco