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      A queste parole, dette da quel popolano, Giuliano si mosse e salì le scale con passo sicuro. Rocco che nulla si curava di quegli spettacoli, e forse voleva andare sconosciuto anche a C...; vedendo che il padrone saliva di sopra, si sdraiò nell'atrio e si appisolò un tantino.
      «Dov'è questa sposa? - chiese Giuliano ai compagni, i quali s'erano fermati sull'uscio della sala, aspettando che fosse finita una gavotta gaia, spedita, vorticosa, che pareva un visibilio: e sfolgorante di bellezza, di sdegno, di dolore, guardò. I suoi occhi videro, il suo cuore provò uno squasso, e le mani gli si contrassero fieramente.
      Vestita di raso candido, cangiante in un azzurro oltremarino leggerissimo, che le rialzava la carnagione; Bianca ballava in mezzo a quella folla d'ebbri felici, più ebbra di tutti. Una bustina color di rosa le stringeva la vita, e le reggeva il seno tumido, voluttuoso, appena coperto d'una modestina a trafori, che ne velava e non ne velava la sommità. Le braccia ignude fino più in su del gomito, agitavano le trine cadenti in moltissime pieghe dagli sgonfietti delle ascelle; e le smaniglie ai polsi, e il monile di gemme, mostravano come quella fanciulla sapesse d'essere bella, e quanto fosse venuta innanzi nella via delle vanità. I geni della innocente e timida adolescenza si erano tutti partiti da lei; e gli occhi e le labbra avevano già appreso l'arte dei sorrisi vezzosi. Che cosa erano quei capelli acconciati in falsi cirri, e impolverati come di donna invecchiata nei festini?


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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