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      Quante volte il giovane avrà voluto tornare, e quante avrà ritratto il piede, già mosso a valicare quella poca acqua, che gorgogliava tra i macigni e le radici sterrate dei salici e dei pioppi; egli che aveva corso da Torino a D... tante miglia, quasi senza abbadarvi! Ma in quel viaggio egli era venuto per terre, nelle quali era come essere in patria: adesso, di là da quel rigagnolo, donde pur si potevano scoprire le cime dei monti a' cui piedi era il suo borgo, avrebbe messo il piede sopra terra straniera. Straniera secondo i conti d'allora, sebbene la gente vi parlasse su per giù un dialetto uguale a quello di D...: ma là si viveva sotto altre leggi; il popolo v'obbediva altri magistrati; il rifugiarvisi dalla parte di qua ogni sorta di perseguitati, dava a quella terra cattiva fama tra il volgo: e pur non credendo di capitare in mezzo a gente sbattezzata, gli sapeva male di doversi gettare fuori del regno come un malfattore. La casa materna non gli era mai parsa lontana come in quel punto; e di pensiero in pensiero si ridusse a pregarsi di potervi stare, non da padrone, non da figliuolo della padrona, ma sconosciuto, da servitore; pur di poter vedere la madre, Marta, e Tecla ogni giorno; Tecla che gli si affacciava da lungi, e pareva venirgli incontro sorridente, amica, sicura: e massime dopo il discorso avuto poco prima con Rocco, gli si figgeva in mente come una cosa cui un giorno o l'altro avrebbe dovuto pensare.
      Sarebbe rimasto su quella sponda chi sa quanto, se non badava al sole che intanto s'era fatto alto.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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