Pagina (354/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma egli tirò oltre senza pensare a questo; e per boschi selvaggi, continuò la sua via verso Savona; dove (tra il fermarsi a riposare, e a rinfrescarsi, avendo fatto quasi notte) giunse colla sua guida, all'ora in cui Tecla e Rocco erano comparsi a D..., a levar di pena sua madre, come si è visto nel capitolo precedente.
      Le vie della città, anguste e tetre per l'altezza delle case, erano affollate di gente; e alle cantonate turbe di donnicciuole e di marinai cantavano le litanie, ginocchioni dinanzi a madonne sorridenti da belle nicchie, d'ardesia e di conchiglie di mille generazioni; inghirlandate di fiori, con attorno le centinaia di lumicini. Le botteghe dei mercanti, dalla più ricca dell'orafo, a quella dal cenciaiolo, erano tutte chiuse; ma sovra le porte, avevano ognuna la propria Madonnina, col beato Antonio Botta inginocchiato a' piedi; uomo fortunato cui anticamente era apparita la Vergine, come i Savonesi sapevano tutti. Le padrone delle botteghe, grasse e sfolgoranti di vezzi d'oro agli orecchi, al collo, ai polsi, a somiglianza di statue cariche di voti, cinguettavano dalle finestre colle comari di faccia; preti, frati, monache d'ogni colore, andavano e venivano, inchinati dalla gente devota: in mezzo alla quale Giuliano ebbe molto a penare per farsi far largo, coll'aiuto del mulattiere, che alfine lo fece scendere ad un'osteria, che dava sul porto. Di là si vedeva un poggio, su cui sorgeva un edificio, che al sito ameno ed al campanile donde era sormontato si conosceva per un convento; ed era dei Capuccini, che appunto come a C.., festeggiavano la loro Madonna degli Angeli anch'essi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Savona Tecla Rocco Madonnina Antonio Botta Vergine Savonesi Giuliano Capuccini Madonna Angeli