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      Dicevano come la casa fosse stata cercata dagli Alemanni per ogni verso, proprio la notte della partenza di lui, e come molte pattuglie erano state mosse a cercarlo per la campagna: che non tornasse, non tornasse per l'amor di Dio, se non voleva vedere sua madre morir di dolore.
      Finito di leggere Giuliano tornò guardare in viso il messo, e colla voce tronca dal batticuore: «ditemi il vero - sclamò: - ditemelo, se no mal per voi...; mia madre è ammalata..., l'avete veduta?
      «Malata no, che io non tocchi altra carne battezzata in mia vita!» E così rispondendo il pover'uomo metteva peritoso la mano sul braccio del giovane, e trangugiava qualcosa, come avesse avuto in gola il nodo d'una bugia.
      «Dio voglia... ma voi non rispondete franco! - soggiunse Giuliano annuvolato molto.
      «Gli è che lei mi... pare un giovane fiero... e poi non ho più mangiato da D...
      «Vedremo!» sussurrò il giovane, e porse due colonnati al messo, che se li lasciò porre in mano, senza mostrare d'essere contento, come anch'oggi usa dalle sue parti, dove i manciaioli non sono mai paghi, nè ringraziano mai di nulla. Tuttavia profferì i suoi servigi per ogni caso, e accommiatatosi se n'andò accarezzando fra il pollice e l'indice le belle monete che aveva in tasca.
      Rimasto solo, Giuliano rilesse due o tre volte la lettera di sua madre; e sebbene gli si destasse in mente una guerra di dubbi fortissima, a poco a poco si quetò nella promessa, che di là ad una settimana sarebbe venuta. Così gli aveva detto il messo, ed egli quasi per sincerarsi della verità, volò col pensiero a sedersi vicino a lei.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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