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      ...?
      «No - rispose Giuliano, non aspettando d'essere interrogato, e parendogli d'aver trovato a dar di cozzo in un uomo a modo suo: - io vengo da per me, a chiedere uno schioppo....!
      «La repubblica francese - disse il generale - porta ai popoli libertà e pace, e ve lo darà.
      «Ma se ho bene inteso, - tornava a dire il colonnello - questo giovane è medico: cittadino generale, non lo potremmo adoperare più utilmente colla sua professione?»
      E Dumorbion a Giuliano, facendo suo questo pensiero: «benissimo! Giovinotto un posto di chirurgo vi garberebbe?
      «In quanto a me, - rispose Giuliano - quello in cui vi sembrerò più utile, ed io lo farò.
      «Sta bene! Voi sarete scritto tra i nostri chirurghi, e darò ordine che vi si provegga di un foglio di libero passo, in mezzo a noi. Cittadino capitano, fategli gli onori del nostro campo; domani potrà girare da sè. Andate pure.»
      Così Dumorbion all'uffiziale che aveva accompagnato Giuliano. Il quale non era peranco uscito del tutto da quella stanza, che fattosi ai panni del compagno, disse colla voce tronca dall'ansia: «E chi è colui che mi ha parlato così bene la mia lingua?
      «Quello - rispose l'uffiziale - è il Côrso che ha fatto cadere Tolone. Qui dove Dumorbion comanda su tutti, egli, non pare, ma comanda su Dumorbion.
      «E come si chiama?
      «Si chiama Bonaparte....
      «Bonaparte! - mormorò Giuliano; - mi piace anche il nome.»
      E da quel giorno non si tolse più da quei luoghi. Oggi dall'uno, domani dall'altro, in poco tempo fu conosciuto ed amato da tutti gli uomini di spada e di lancetta di qualche conto: e lieto come allora non si sentiva d'esserlo stato mai.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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