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      Mentiva la giovane donna, e s'egli in cambio di crederle, accagionando di quella sua fanciullaggine cose lontane dal vero le mille miglia, si fosse pigliata la libertà d'entrare in casa alla signora Maddalena; forse avrebbe colto il filo di quella storia. La madre di Giuliano stava appunto nell'atrio mentre che gli sposi erano comparsi vicino all'arco; e subito ravvisata Bianca, s'era rimescolata come persona cui venga fatto un oltraggio improvviso. Senza badare se i due venissero innanzi; entrata in casa aveva detto a Marta s'andasse a porre nell'atrio, e se qualcuno chiedesse di lei, rispondesse che non si sentiva il caso di far accoglienze. Marta uscì, e trovando il piazzale deserto, corse insino all'arco, donde vide gli sposi che s'allontanavano pel vicolo lentamente. Si mise in capo di sapere chi fosse la giovane compagna di quel soldato: e fattasi oltre finchè trovò le comari del vicinato, raccolte a chiaccherare, intese da esse che quella era la figliuola d'un signore di C..., sposata a quell'Alemanno; il quale a lor
      parere sarebbe stato un bellissimo uomo, se avesse avuto sulle spalle una testa un po' meno da far paura. Marta tornò in casa studiandosi di far viso allegro, e in verità molto afflitta, avendo capito che quella doveva essere la donna stata carissima a Giuliano: l'accusò tra sè per trista e sfacciata; disse che in sul piazzale non v'era nessuno; sentì l'amarezza delle lagrime che la padrona aveva negli occhi; ma non cercò d'appiccare discorso, nè di consolarla.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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