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      ...? Mi aspetta sempre?»
      Mattia sedutosi timidamente, la guardava; e tanto era il mutamento che la vedeva aver fatto, che quasi gli pareva di udire la voce di persona, la quale avesse sperimentata la morte e l'eternità. E stette così senza rispondere; finchè la signora sclamò spasimata:
      «Ma dunque voi mi portate qualche trista nuova?
      «No signora - rispose Mattia al quale era rimasto nell'orecchio il suono dell'altra domanda: - egli non la aspetta più...; anzi mi manda a dirle, che ella si levi il pensiero di andarlo a raggiungere; perchè il disagio della via è grande; la guerra sta per ricominciare; potrebbe capitarvi in mezzo...
      «E come sa egli che la guerra sta per ricominciare...?
      «Eh!... chi l'ha a sapere se non lui...?
      «Dunque s'è fatto soldato? - gridò la signora levandosi a mezzo esterrefatta.
      «Soldato no! - rispose Mattia dolendosi d'aver detto troppo: - ma al campo dei Francesi è ben veduto, e tutti lo vogliono, persino i generali... Insomma... io debbo andarmene.... non tema, egli spera di vederla qui e presto...»
      E si levava in piedi per andarsene davvero; perchè gli pareva che di quel passo sarebbe uscito col dire alla signora, quello appunto che Giuliano gli aveva imposto di tacere. Ma lo rattenne Marta, perchè la signora diceva:
      «Mattia, una cosa; di qua ai luoghi dov'è mio figlio, qual'è la via più corta, e come si può fare a trovarlo?
      «Si va a Savona; - rispose Mattia - di là si tira oltre verso Finale, finchè si trovano i campi dei Francesi: si chiede del signor Giuliano, e tutti sanno dire dov'è... Ma se manda qualcuno da quelle parti, non gli dica che io ho detto.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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