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      «E lei - disse poi tremando - lei perchè m'ha colta alla sprovveduta...? Appunto...! quel giovane era di D.... e Bianca è a D...; che fu, mio Dio, che fu? Per carità badi, essi non s'avevano mai parlato, glie lo dico io....
      «Le credo....
      «Mai.... non saprei mentirle, non faccia a Bianca niun male!
      «Un soldato non fa male a una donna mai...! - rispose l'Alemanno; - eppoi il torto fu mio... e basta!»
      Ciò detto si levò e partì, lasciando la povera donna che non sapendo che farsi per rattenerlo, o piangere o pregare; sperò che si sarebbe fermato in sala dal signor Fedele. Ma egli attraversato l'andito, vi si fermò tanto da stringere la mano a Margherita, dandole uno sguardo con cui pareva volersela portar via; strinse anche quella dello suocero ma un po' lentamente, e senza dir nulla si mise giù per le scale. Trovò alla porta il cavallo abbandonato dal borghigiano, che non parendogli vero di potersi levare la briga di quel focoso animale, l'aveva legato a una campanella lì fuori; montò in sella e partì frettoloso.
      Il signor Fedele rivenne dallo stupore in cui l'avevano messo i portamenti del genero, udendo lo scalpitare del cavallo sull'acciottolato della via. Ma mentre si lanciava alla finestra per chiamarlo chi sa(20) con qual grido, si vide dinanzi damigella Maria, venuta in sala a gran fatica; avendo pel turbamento quasi perduta la pratica della casa.
      «Ed ecco - sclamò essa, poichè si sentì vicina al cognato; - ecco a che ne siamo colla vostra ambizione!
      «Sì - gridò il signor Fedele, guardando a squarciasacco la cieca, e spaurendo Margherita che tremava a verga a verga: - Fatemi le tragedie anche voi, che mi stanno bene!


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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