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      «Bianca, e non parli?
      «E chi oserebbe parlarvi? Un'altra volta, prima di partire in quella guisa crudele, cacciatemi di casa che sarà meno spregio!
      «Odi - rispose il marito - se ho provato il bisogno di correre a C...; se ho voluto parlare alla zia; se torno chiedendoti perdono, io che non lo chiederei a nessuno offeso da me, e piuttosto morirei per punirmi colle mie mani; vorrai che m'inginocchi davanti alla donna mia? Bianca, abbandoniamo e presto queste montagne; soltanto lungi di qui potremo vivere pienamente felici...!
      «Questi non furono i nostri discorsi! - sclamò Bianca: - già me ne sono accorta; prima il paese dove io sono nata, poi vi verrò a noia io stessa...!
      «Mi verrà a noia la vita! - proruppe egli allora rifatto severo: e fu l'ultima parola, perchè Bianca non osò più aprir bocca; nè a lui parve di poter più dire senza cadere col discorso sopra l'antico amore di lei; amore che non avrebbe mostrato di conoscere a nessun prezzo, più apertamente di quel che aveva già fatto.
      Mentre essa tornava a rannicchiarsi timidamente, egli si affacciò al balcone; e il suo sguardo per quella oscurità andò a posarsi sul vicolo della riva sinistra del torrente, dove a quell'ora si vegliava in una sola casa, come si vedeva alle finestre or l'una or l'altra illuminate. «Pare fatto per dispetto!» pensò tra sè; e toltosi dal balcone chiudendone le imposte con mal garbo, si ritirò nella sua camera senza più dir nulla alla sposa.
      Quella ove aveva visto i lumi era la casa della signora Maddalena, la quale stava in quell'ora aspettando Anselmo, che venisse a pigliare col calesse Marta e lei; per portarle verso i luoghi della marina, dov'era Giuliano.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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