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      ..: e tu mi fai l'accoglienza del lupo? Scacci come uno straccione un frate, che ha dette per te tante bugie...? vai, che ho lavato la testa all'asino; ma nulla nulla che la palla mi balzi destra, se io non le do mio danno, vedrai!»
      Facendo queste ed altre querele, il frate s'allontanava da D..., invelenito per quell'accoglienza inattesa. Tirava anche i suoi conti sul bel guadagno avuto in quel negozio; e oltre l'ingratitudine dell'Alemanno, gli sommavano l'inimicizia di quel Giuliano, il quale avrebbe potuto trarlo chi sa in che guai, massime se le cose dei giacobini finivano a bene... Questo pensiero gli faceva sudare le tempia; e Marta che lo credette occupato d'alte cose, quando lo vide la seconda volta passare vicino al calesse, senza dire nè ai nè bai; forse gli fu più giusta di Anselmo, che gli tirò dietro a campane doppie, come abbiamo visto! Al primo guado che trovò varcò il torrente; e maledicendo la propria ventura, e macchinando di ricattarsi sul signor Fedele, si ridusse mortificato al convento.
      Intanto il padre di Bianca, rimasto sulla porta della chiesa di D... se la discorreva col genero, che gli aveva fatto riporre il muletto da quel suo servitore, il quale diveniva sempre più afflitto e taciturno, a misura che gli pareva di vedersi dar ragione dal tempo, su quel matrimonio riuscito male. Aspettavano essi che la sposa uscisse di là dentro, dove non erano che due altre donne, inginocchiate lontane tra loro, quasi fossero state gelose di non far indovinare l'una all'altra, la grazia che chiedevano al cielo.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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