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      Poi il pievano l'aveva servita, scrivendo al nome di lei, la lettera portata da Mattia al padre Anacleto; e siccome in quella essa aveva pregato il frate a far sì che il babbo, la zia, Margherita, si rifugiassero a D..., per campare dai giacobini; s'era rassegnata ad aspettare, e a dar retta alle consolazioni di donna Placidia. Ma passato il giorno, passata la notte, aspetta e sospira, Mattia non fu più visto tornare: spuntò il sole di quel mattino, e lo sposo anch'esso non si facendo rivedere; Bianca si lanciò al balcone come per buttarsi giù disperata; e vide i due eserciti occupar la campagna, ponendosi lenti di fronte. Capì.... accusò il padre, il frate, sè stessa tutti, salvo che l'Alemanno; e dal sentirsi sola, pigliò la forza di tenersi ritta, finchè la sua sciagura fosse compiuta. Rimasta a quel balcone, non tolse più l'occhio dalla cavalleria Alemanna, che tutto il giorno volteggiò di su di giù, di qua di là, per i campi; e verso sera la vide salire un dolce pendìo, e porsi sul lembo della pianura, che s'allargava dalla parte donde venivano i Francesi. Le migliaia d'uomini azzuffatti in ogni parte, erano nulla per lei: sapeva che il marito conduceva quella cavalleria, e non cercava che lui in mezzo a quel nugolo di cavalli, avvolti a tratti nel fumo della battaglia, che il vento soffiava loro addosso. I pennoncelli delle lance tremolavano come fossero drappellati a festa sul capo dei cavalieri, e parevano esprimere i moti dei loro cuori, spazientiti del troppo indugio a rompere nella mischia.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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