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      Udiva il martellamento del proprio cuore: udiva i discorsi concitati di quegli uffiziali; e da mano manca dove erano i suoi poderi, veniva un rumore cupo di calpestìo. Pensò che l'esercito Alemanno, si apparecchiasse ad un attacco notturno, ma di questo non si curò punto; e come potè farlo non visto, si lanciò nell'atrio, e di qui nella sala, illuminata da quante lucerne erano in casa. Sul tavolino, vide carta, penna e calamai alla rinfusa; capì che i generali Alemanni vi si erano raccolti a consiglio; e la gatta balzata là sopra pur allora, si stirava le membra, dimenando la coda e fiutando, come se gli uomini usciti poco prima, vi avessero lasciato odore di sangue. Il giovane stette ad ascoltare un istante: dalla cucina nulla, dalle altre stanze terrene nulla, silenzio per tutto. «Saranno di sopra» disse tra sè, e non badando manco a pigliarsi un lume, salì. Si fermò nel corridoio, dubbioso.... gli si affacciò l'orribile idea che sua madre e Marta fossero state uccise.... ma subito vide un barlume dall'uscio della camera materna, e udì la voce cara più d'ogni cosa al mondo. Ma ohimè! come fioca, come ridotta ad un filo!
      «Dunque - diceva quella voce - Marta, il saio, il cordone, il crocefisso da pormi fra le mani, vi è tutto?
      «Che è questo! - sclamò Giuliano, ad alta voce senza avvedersene; e l'affanno gli crebbe.
      «Oh! non l'avete udito? - seguitò al suo grido la voce di dentro: - Dio della misericordia, egli viene il mio figlio, aprite; oh mio figlio!»
      La signora Maddalena ebbe appena parlato, che Giuliano era già nella camera, ginocchioni a piè del letto: e tiratosi sul capo la mano di lei, la vi si teneva colla sua, come a non lasciarsi sfuggire quella benedizione.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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