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      » Egli, dalla camera della morta, aveva inteso Marta sclamare a quel modo; aveva capito che le parole di lei non potevano esser volte che a Bianca; e indovinato alla grossa il fatto, veniva a mescolarsi a quest'altro dolore.
      Lo vide appena, e Bianca si levò in piedi, come le fosse rinata la speranza: ma la prima parola del prete, le tornò a stringere il nodo che le faceva l'angoscia.
      «Bianca... come? - diceva egli - e tuo marito?
      «È morto - rispose per essa donna Placidia: - lo hanno ucciso i Francesi
      Don Marco giunse le mani: stette pensoso un istante, forse dubitando che tanti guai non fossero possibili così a un tempo; forse avvisando a quel che poteva fare per la sventurata: poi disse a donna Placidia: «allora l'accompagneremo a suo padre.»
      «Ah no...! no! - esclamò Bianca; ma il prete interruppe:
      «E vorresti rimanere qui, dove gli infelici sono già tanti?»
      Bianca chinò gli occhi, assentendo coll'animo al volere di don Marco: il quale rientrò in casa, a dire a Marta e a Tecla che non si movessero, che avrebbe raccomandata la casa ai Francesi amici di Giuliano; che sarebbe presto tornato; poi rivenuto a Bianca, se la prese in mezzo con donna Placidia, e mossero verso il vicolo, che metteva al ponte.
      Arrivavano in quella i Francesi, sempre con quei suoni e con quei canti, scoppiati nell'istante che la signora Maddalena era spirata. Un corteo di cavalieri, raccolti a piè del colle su cui sorge il castello, parevano star a vedere i soldati, che andando a porsi a campo oltre il borgo, passavano dinanzi a loro, col trionfo negli occhi.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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