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      Qua e là costretti dai soldati Francesi, gruppi di contadini lavoravano a scavar fosse o a seppellire i morti; facendo così alla stracca che, anco da lungi, si capiva di che animo obbedissero. Del rimanente non v'era più nulla sulla terra o nell'aria, che portasse traccia degli ardimenti, delle ostinatezze, dell'ire della battaglia; un silenzio lugubre regnava per tutto, turbato soltanto dallo schiamazzo, che veniva a ventate dal borgo di D...; dove i repubblicani cominciavano a darsi spasso, e a far le satolle di roba alemanna.
      Verso le quindici ore d'Italia, il carro che portava Bianca, vedova ed umiliata, alla casa paterna, giungeva sul ponte di C..; e alla vista dei Francesi che l'accompagnavano, i tre o quattro borghigiani curiosi che andavano a zonzo, cercando le notizie, si allontanarono paurosi. Don Marco ne provò la contentezza, di cui poteva essere capace il suo cuore trambasciato; e quando fu alla porta del signor Fedele, gli parve di aver finito la via crucis. Fatta discendere Bianca, aiutato da donna Placidia, la menò su per quelle scale, che essa aveva discese, l'ultima volta, felice. Ora la povera donna si lasciava tirar su da quei due, che parevano più afflitti di lei; ma quando furono all'uscio, e il prete tirò il cordoncino del campanello, e s'udì di dentro un rumor di passi, e sulla soglia comparvero il signor Fedele, la cieca, Margherita e il frate Anacleto, che s'era piantato in quella casa come fosse sua; si gettò nelle braccia del padre, quasi egli già sapesse tutta la sventura in cui era caduta, per cagion sua, e avesse bisogno d'essere perdonato.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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