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      Tornerò di laggiù, quando lo spirito di lei mi consiglierà a farlo. No... no... maestro, Marta... nessuno mi contrasti con preghiere... io debbo andare. E voi - soggiunse volgendosi al Francese: - proteggete la mia casa, e pregate per me il generale a proteggere il mio povero borgo.»
      L'ufficiale non potè rispondere se non con uno sforzo, per far il viso fiero; tanto per non mostrare la tenerezza, che si sentiva dentro a quello spettacolo.
      Ancora pochi detti, poche raccomandazioni, pochi sguardi d'intelligenza tra quelle anime; poi don Marco si pigliò Tecla e Marta una per lato; il Francese gli tenne dietro e si misero a discendere il colle.
      Giuliano li accompagnò collo sguardo giù per la china, fin che furono giunti nell'atrio della sua casa che si vedeva di lassù assai bene. Quando essi si volsero a cercare cogli occhi, s'egli fosse ancora sopra quella vetta, lo videro sparire scendendo dall'altra china. Il suo ultimo sguardo si era posato su due tetti di D...; quello di Tecla fatta sua, e quello della chiesa parocchiale, sotto le cui volte posava sua madre.
     
     
     
      COMMIATO.
     
      Queste cose io le ebbi da un vecchio ottuagenario, morto da parecchi anni, il quale me le dava stando al fuoco colle molle in mano. Egli mi diceva che erano tutte vere verissime: ma rammentando ora certo sorriso che gli veniva sulle labbra, ogni volta che io notava in un mio libercolo qualche fatto: temo forte, che con alcune sue immaginazioni sia riuscito a infinocchiarmi. E voleva il buon vecchio piantarmi senza più dir nulla, alla morte della signora Maddalena; protestando di non voler venire col suo racconto più in quà della fine del secolo, per non far conoscere i personaggi sopravvissuti.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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