Pagina (55/190)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Di commercianti ve n'erano una dozzina, di possidenti e di impiegati una trentina. Gli altri erano artigiani e operai, ma tutta gente anche questa che sapeva bene dove andava. Allegri e vibranti di vita, parevano avviati a conquistarsi un regno ognuno per sé. Ma dei pił cari a ricordarsi fu un giovanetto, forse non ancora ventenne, che durante la traversata cantava sempre, accompagnato da due altri pavesi Giuseppe Tozzi e Luigi Rossi. In quelle notti del Tirreno empiva il mare e il cielo con le arie eroiche del Nabucco e dei Masnadieri, con una voce che faceva tacere tutti e pigliava i cuori. Si sentiva che l'anima sua si inebriava di un'acre voluttą di morire; e forse fu poi felice quell'ora a Palermo, su d'una barricata, combattendo e cantando: "Si vola d'un salto nel mondo di lą," cadde morto. Lo chiamavano Płdarla, ma il suo vero nome era Angelo Gilardelli.
      E l'ultima era l'ottava. L'aveva raccolta quasi tutta nella sua Bergamo Francesco Nullo, che la dava bell'e fatta ad Angelo Bassini pavese, certo di darla a chi l'avrebbe condotta da bravo. Era il Bassini un uomo che se avesse lanciato il suo cuore in aria, quel cuore avrebbe mandato luce come il sole; e se lo avesse lanciato nell'inferno, avrebbe fatto divenir buono Satana stesso. Cosģ dicevano coloro che avevano gią lette sin da allora queste immagini nelle poesie di Petofi. A Roma il 3 giugno del '49, nell'ora dello sterminio, s'era avventato quasi solo contro i francesi di Villa Corsini, percotendo, insultando, gridando a chi volesse ammazzarlo, e nessuno lo aveva ucciso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 190

   





Giuseppe Tozzi Luigi Rossi Tirreno Nabucco Masnadieri Palermo Płdarla Angelo Gilardelli Bergamo Francesco Nullo Angelo Bassini Bassini Satana Petofi Roma Villa Corsini