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      Il Bandi s'accostò al custode dei magazzini e cominciò colle buone a tentarlo. Ormai sapevano tutti colà che Orbetello aveva dato armi, e in quei giorni quel custode poteva fare uno strappo anch'egli ai regolamenti. Ma colui nicchiava, e il Bandi non riusciva a convincerlo. Allora gli cadde là Bixio, che preso al petto il custode fedele, lo scosse un poco, e, miracoli di quell'uomo, il carbone andò a bordo per dir così da sé. E andarono a bordo e viveri e barili d'acqua. V'andarono anche per imbarcarsi stormi di bersaglieri, ma Garibaldi aveva promesso all maggior Pinelli di respingerli, e non li volle. Tre soli che poterono salire a nascondersi sul Lombardo, seguirono la spedizione, e divennero poi ufficiali dei migliori nella bella compagnia.
      Le armiDurante la sosta a Santo Stefano furono distribuite le armi alle compagnie; solenne momento! Faceva pensare a un altro ancor più solenne, quello di quando vicina l'ora della battaglia, i reggimenti d'allora caricavano i fucili con quell'indescrivibile ronzio di bacchette tutte piantate a un tempo nelle canne, che dava il raccapriccio e il cupo sentimento della morte. Quelle armi erano vecchi fucili di avanti il '48, trasformati da pietra focaia a percussione, lunghi, pesanti, rugginosi, tetri. Stava legata a ciascun fucile una baionetta nel fodero cucito a un cinturone di cuoio nero, con certa piastra da fermarselo alla vita e certa cartucciera proprio da far malinconia a provarsela. Oggi non se ne vorrebbe servire, per così dire, neppure un bandito.


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Storia dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 190

   





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