Pagina (99/190)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In quella squadra, comandata dal giovanissimo Ettore Filippini veneziano, si trovavano da semplici militi Raniero Taddei ingegnere e Antonio Ottavi tutt'e due da Reggio Emilia, ufficiali esperti e considerati nelle guerre passate; e così da quella parte il servizio di campo era bene affidato.
      Intanto gli artiglieri avevano già piantato alla meglio una sorta di officina, dove lavoravano a costruir gli affusti pei canoni di Orbetello. Giuseppe Orlando e Achille Campo, coi soli e primitivi strumenti che avevano potuto trovare dai carrai di Salemi riuscivano a far miracoli di meccanica; e il giorno dipoi i tre cannoni e la colubrina, rimessa un po' a nuovo anch'essa sul suo carretto, facevano buona promessa che nello sparo non si sarebbero, rimboccandosi indietro, avventati addosso ai loro serventi.
      E quel giorno fu veduto giungere in Salemi un giovane monaco, raggiante di quell'allegrezza che ognuno ricorda d'aver letto in viso ai sacerdoti del '48. Chi non aveva udito benedire la patria da qualche pulpito, in quell'anno che pareva ancora tanto vicino? E poi appresso, dall'oggi al domani, le chiese erano divenute mute. Pio IX s'era disdetto, e la coscienza delle moltitudini tra la patria e la religione s'era confusa. Pure, a non lungo andare, le moltitudini avevano poi ripreso lume da sé, e poiché la patria doveva a ogni modo rifarsi, o s'erano messe ad aiutar la grand'opera, o se non altro avevano lasciato che si andasse svolgendo, spettatrici non ostili né indifferenti. Ma laggiù nell'isola, dove il clero viveva ancora delle passioni civili del popolo, i sacerdoti in generale erano caldi patriotti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 190

   





Ettore Filippini Raniero Taddei Antonio Ottavi Reggio Emilia Orbetello Orlando Achille Campo Salemi Salemi Pio IX