Pagina (154/190)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Nel piano, la via correva fiancheggiata da muriccioli a secco tra oliveti, e a tratti fra case mute e tetre. Da una di quelle case là attorno, veniva un tintinno di pianoforte, che ora si udiva ora no, e dava una di quelle malinconie che son fatte di dolore, d'amore, di speranza, di desideri, d'un po' di tutto ciò che è gentile in noi. Chi mai sonava in quell'ora tanto tranquilla, mentre stava per cominciare la musica della morte?
      E pareva che fosse ancora molto lontano il gran punto, il gran momento, e che l'alba volesse venire più presto del solito, troppo presto. Perciò fu fatto incalzare il passo, ma sempre più raccomandando il silenzio. Poi la colonna sboccò nella via Consolare. Allora le compagnie dei Cacciatori delle Alpi si misero per quattro, serrando così più sotto, con l'ordine di tirar avanti senza badare a chi si arrestasse, e di stringersi ai muri degli orti. I cuori battevano già. Ma ad un tratto li schiantò addirittura un uragano di grida e di fucilate scoppiato alla testa, perché a un certo punto che si chiama Molino della Scafa, i 'Picciotti', credendo forse d'essere già alle prime case di Palermo, si misero ad urlare. E molti di essi, presi chi sa per qual cosa dal panico, si arrestarono, si scomposero, si rovesciarono sui Carabinieri genovesi, cagionando il rigurgito di tutta la colonna. Accorse Bixio inviperito contro il La Masa; accorse Garibaldi che richiamò lui alla calma; e volto ai Carabinieri genovesi gridò: "Colonne di bronzo, le spalle anche voi?" All'immeritato rimprovero, il Mosto rispose mesto, ma fermo: "Noi siamo al nostro posto, e abbiamo aperte le righe per non esser travolti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 190

   





Consolare Cacciatori Alpi Molino Scafa Picciotti Palermo Carabinieri Bixio La Masa Garibaldi Carabinieri Mosto