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      Invece moltissimi erano i feriti, i pił nel capo o nella parte superiore del torso. Le barricate avevano salvato il resto della persona. Ed era stata fortuna, perché i feriti nelle gambe morirono poi quasi tutti.
      Molti pił erano i morti borbonici. In certi luoghi, come al bastione di Porta Montalto, erano cosģ fitti, che non si capiva chi ne avesse potuti uccidere tanti. Ma quasi nessun ufficiale tra loro. Di questi, in tutti i tre giorni, non ne morirono che quattro, misera testimonianza del valore di quella ufficialitą, se pur non fu una manifestazione di sentimento gią nato negli animi, almen dei giovani, quello dell'inutilitą d'ogni sacrificio contro colui che, impersonando la milizia di un altro Re, rappresentava un'idea della quale sarebbero stati volentieri soldati.
      In quel pomeriggio, tutti si misero a dar una ripulita alle armi; poi chi di qua chi di lą, i pił andarono a visitar i compagni feriti o a trovar le famiglie dalle quali erano capitati, durante quell'inferno dei tre giorni, per caso o per chiedere un tozzo o un sorso. E lą erano accoglienze da principi. Ve ne furono che capitarono in casa di gente altolocata ma malveduta dal popolo, e che senza saperlo servirono di copertura agli ospiti da cui furono tenuti in casa come guardie. Altri furon visti accompagnar di qua e di lą tra la folla famiglie sgomente che, cosģ protette, si facevano condurre nei monasteri o alla marina, dove si imbarcavano per andare al sicuro su qualche nave, ad aspettare il resto della tragedia.


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Storia dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 190

   





Porta Montalto