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      — Sono tutte sciupate; mammina dovrebbe averne un altro paio. — disse dopo un breve silenzio.
      — Avevo pensato di comperargliene un paio col mio dollaro — disse Beth.
      — No, le voglio comperar io — strillò Amy.
      — Io sono la maggiore... — cominciò Meg, ma fu interrotta da Jo che disse con accento energico:
      — Io sono l’uomo, ora che papi non c’è, e spetta a me comperare le pantofole: se vi ricordate, papà raccomandò la mamma in ispecial modo a me, quando andò via.
      — Sapete cosa faremo? — disse Beth — Compreremo tutte qualcosa per la mamma e nulla per noi.
      — Brava Beth! Quello che volevo proporre io! Ma che cosa prenderemo? — esclamò Jo. Tutte e quattro pensarono un momento poi Meg esclamò, come se l’idea le fosse sorta alla vista delle sue belle manine: — Io le regalerò un bel paio di guanti.
      — Io le pantofole: le migliori che ci sono — gridò Jo.
      — Io una dozzina di fazzoletti orlati tutti da me — disse Beth.
      — Io comprerò una bottiglia di Acqua di Colonia, che piace tanto alla mamma e che non costa molto; così mi potrà anche rimanere qualche soldo per i miei lapis — aggiunse Amy.
      — Facciamole credere che vogliamo comperare qualcosa per noi e prepariamole un’improvvisata! Bisogna andare domani a fare tutte le commissioni Meg, c’è tanto da fare per la rappresentazione della sera di Natale! — disse Jo, camminando su e giù per la stanza con le mani dietro la schiena e il naso per aria.
      — Questa è l’ultima volta, però, che prendo parte alla rappresentazione: sono ormai troppo grande — disse Meg, che, tra parentesi, era bimba quanto le altre quando si trattava di mascherate.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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