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      Jo, sconsolata, sospirò come se l’anima le si volesse spezzare; Meg rise di cuore e Beth lasciò bruciare il pane, tanto era assorta a seguire la ridicola scena. — Non c’è caso, non lo farà mai! Sai come l’è? Fa’ quel che puoi il giorno della rappresentazione, e se gli spettatori fischiano non dire che è colpa mia. Vieni Meg.
      Le cose procedettero allora un po’ meglio, perché Don Pedro sfidò il mondo intiero in un discorso di due pagine, che recitò senza un solo sbaglio: Agar, la strega, cantò con grandissimo effetto una terribile imprecazione, mentre faceva bollire in una pentola una quantità di rospi; Roderigo strappò le sue catene ed Ugo finì la sua vita in un’agonia mista di rimorso e di arsenico, rendendo l’ultimo respiro con un terribile Ah! Ah!
      — È la migliore di tutte quelle che abbiamo recitato — disse Meg, mentre il morto si rialzava e si stropicciava i gomiti.
      — Non so come fai a recitare ed a scrivere delle cose tanto belle Jo! Sei un secondo Shakespeare — esclamò Beth, che fermamente credeva che le sue sorelle fossero dei veri geni.
      — Veramente no! — rispose Jo modestamente — Credo però che «La Maledizione della strega» sia uno dei miei migliori scritti: ma mi piacerebbe tanto recitare il Macbeth, se potessi avere un trabocchetto per Banquo! È tanto tempo che desidero fare la parte dell’uccisore!
      — È proprio uno stile quello che vedo dinanzi a me? — mormorò Jo stralunando gli occhi come aveva veduto fare ad un celebre attore e stringendo il pugno quasi volesse afferrare qualcosa nell’aria.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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