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      — Tutte avete detto pochi minuti fa’ quali arano i vostri pesi.... eccetto Beth, ma credo che ella non ne abbia alcuno.
      — Oh, altro che ne ho! Ho tanti pesi! la mia timidezza, i piatti da lavare, i cenci da spolverare, e tutti i pianoforti che invidio agli altri!
      I pesi di Beth erano così buffi, che tutti avevano una gran voglia di ridere, ma non lo fecero, temendo di offendere i suoi sentimenti delicati.
      — Sì sì facciamolo — disse Meg pensierosa — È un giuoco che ci insegnerà ad esser buoni e ci potrà spesso aiutare! Cerchiamo di far del nostro meglio per esser buone, mammina, ma è molto difficile e qualche volta ce ne dimentichiamo!
      — Stasera eravamo cadute tutte nell’abisso della Disperazione, ma la mamma, ci ha aiutate ad uscirne, come fece la Speranza in quel bel libro che abbiamo letto. Dovremo però posseder il libro che dirige le nostre azioni, come aveva Cristiani. Come faremo per averlo? — domandò Jo, felice di trovare un po’ di romanzo anche sulla strada difficile e noiosa del dovere.
      — Cercate sotto il vostro capezzale la mattina di Natale e troverete il libro che sarà la vostra guida — rispose la signora March.
      Continuarono a parlare dei loro nuovi progetti, mentre Anna, la vecchia domestica, sparecchiava, poi tutte e quattro si affrettarono a prendere i loro panierini da lavoro e si misero alacremente a cucire le lenzuola per la zia March.
      Alle nove smisero di lavorare e, come al solito, cantarono prima di andare a letto: soltanto Beth era capace di suonare sul vecchio pianoforte; aveva un tocco così dolce e leggero che era un piacere sentirla accompagnare le semplici canzoni che le altre cantavamo.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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