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      Nonostante le sue piccole vanità, Meg era di natura dolce e pia ed inconsciamente aveva un ascendente sulle sorelle, specialmente su Jo, che l’amava teneramente e che l’obbediva, perché i suoi consigli erano sempre dati in modo così dolce e tranquillo.
      — Ragazze — disse Meg con serietà, volgendo lo sguardo dalla testa scapigliata che le stava allato alle due testine nella stanza accanto: — Mamma desidera che si leggano questi libri perché ci faranno del bene, ed io credo che dovremmo incominciare subito. Una volta lo facevamo sempre, ma, dacché il babbo è andato via e questa tremenda guerra è incominciata, abbiamo tralasciato molte delle nostre buone abitudini. Voi altre fate pure come vi aggrada, ma io voglio tenere il mio libretto qui, accanto a me, per poterne leggere qualche pagina ogni mattina. Mi farà del bene e mi aiuterà a compiere il mio dovere senza lamentarmi troppo. Ciò detto, aprì il suo libretto e cominciò a leggere. Jo le passò un braccio attorno al collo e appoggiando la guancia a quella della sorella, con quell’espressione seria e quieta che si vedeva tanto raramente sul suo volto, fece altrettanto.
      — Meg è proprio buona! Vieni Amy, facciamo lo stesso anche noi!
      Io ti spiegherò le parole più difficili e se poi non capiremo qualche frase, lo domanderemo a loro — sussurrò Beth, a cui i bei libriccini e le parole di Meg avevano fatto grande impressione.
      — Sono tanto contenta che il mio sia blu, — disse Amy e dopo questo non si udì che il lieve rumore delle pagine che si voltavano, mentre il sole invernale illuminava co’suoi raggi dorati le quattro testine e le faccie serie e raccolte.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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