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      Tutte e due infilarono un guanto pulito e tennero in mano quello sudicio e l’effetto fu, dal resto della famiglia, giudicato bellissimo.
      Le scarpine alte di Meg erano molto strette e le facevano male, benché ella non ne volesse convenire, e le 19 forcine di Jo sembravano quasi volessero conficcarsi nella sua testa, e questo non era estremamente comodo, ma.... per essere eleganti bisogna ben soffrire qualche piccola cosa!
      — Buon divertimento bambine,— disse la signora March, mentre le due ragazze si avviavano con precauzione lungo il viale che conduceva al cancello del giardino.
      — Non mangiate molto e venite via alle undici, appena viene Anna a prendervi.
      — Mi raccomando, Jo; non ti dimenticare di nascondere quella bruciatura! È dritta la mia fusciacca? E i miei capelli? Stanno proprio molto male? — disse Meg, dopo essersi data una lunga occhiata nello specchio della signora Gardiner.
      — Son sicura di scordarmene! Ma, senti un po’! Se vedi che faccio qualcosa di male, dammi una strizzatina d’occhi ed io capirò subito — rispose Jo, raddrizzandosi il colletto e dandosi una spazzolata ai capelli.
      — No, strizzar l’occhio non è signorile: alzerò le sopracciglia, se fai qualcosa di male e ti farò un cenno d’approvazione colla testa, se sono contenta. Ora sta su dritta, non far passi tanto lunghi e non dar subito la mano se ti presentano qualcuno. Non sta bene.
      — Come fai a sapere tutte queste cose? Proprio non capisco! Come è allegra questa musica! — Entrarono finalmente nella sala con una gran timidezza dapprima, poiché andavano fuori molto di rado, e, benché questo balletto fosse molto casalingo, pure, per loro, era un vero avvenimento.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





Meg March Anna Meg Gardiner