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      — Sì, non parlavamo altro a Vevey.
      — Dica qualcosa! Io lo so leggere, ma la pronunzia è tanto difficile!
      — Quel est le nom de cette jeune demoiselle avec les jolies pantouffles? — disse Laurie sorridendo.
      — Come parla bene! Aspetti, ha detto se non sbaglio: Chi è quella signorina con quelle belle scarpette? non è vero?
      — Oui mademoiselle.
      — È mia sorella e lei lo sapeva benissimo. Le par bellina?
      — Sì, mi fa ripensare alle signorine tedesche; è così giovane e fresca e balla così bene e con tanta eleganza!
      Jo diventò rossa dal piacere nel sentire ammirare sua sorella e s’impresse bene nella memoria il complimento, per ripeterlo a Meg. Tutt’e due intanto spiavano da un’apertura nella tenda, criticavano e ciarlavano insieme e ben presto si considerarono vecchi amici. La timidezza di Laurie sparì a poco a poco e Jo ritornò quella che era sempre, allegra e chiacchierona, come al solito. Il ragazzo Laurence le piaceva assai e si prese il gusto di dargli due o tre buone guardate per poterlo descrivere alle sorelle.
      — Suppongo che fra poco andrà all’Università, non è vero? Vedo che sgobba continuamente sui libri, cioè, voglio dire studia tanto — e Jo arrossì pensando a quel terribile «sgobba» che le era sfuggito. Laurie sorrise, ma non sembrò affatto scandalizzato e rispose con un’alzatina di spalle.
      — Oh! non ancora. Per due o tre anni almeno resto ancora a casa. Prima di diciassette anni non vado.
      — Non ha che quindici anni allora?
      — Quasi sedici.
      — Come mi piacerebbe andare all’Università! A lei però pare che non piaccia l’idea!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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