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      — disse Meg, mentre Jo bagnava con arnica il povero piede, lo fasciava stretto stretto e poi le pettinava i capelli.
      — Credo che le grandi signore non si divertano la quarta parte di quello che ci divertiamo noi, nonostante tutte le nostre sfortune: capelli bruciati, vestiti vecchi, guanti a cui manca il compagno e scarpette troppo alte che fanno storcere i piedi alle persone abbastanza sciocche da portarle — disse Jo, e credo che avesse perfettamente ragione.
     
     
     
     
     
     
     
     
      CAPITOLO QUARTO
     
     
      Pesi.
     
     
     
     
      — Oh Dio! Che noia! Dover ricominciar a lavorare! — sospirò Meg la mattina dopo il ballo poiché ora che le vacanze erano finite e non v’era più da divertirsi, il ricominciare quella solita vita monotona ed uguale le riusciva più uggioso che mai.
      — Che bella cosa se potesse essere sempre Natale o Capodanno!— aggiunse Jo sbadigliando.
      — Non si godrebbe tanto se potessimo sempre divertirci! Però non c’è che dire: è molto piacevole andare ai balli ed alle cene, avere dei bei mazzi di fiori, tornare a casa in una bella carrozza e leggere ed oziare tutto il santo giorno! Tutte le altre ragazze fanno così ed io le invidio tanto!
      — Come mi piacerebbe esser ricca! — rispose Meg, cercando di decidere quale dei due vecchi vestiti fosse il meno sciupato.
      — È inutile lagnarsi: non si può avere sempre ciò che si vuole; sopportiamo dunque i nostri pesi con filosofia ed andiamo avanti allegramente, come fa mammina! Vi assicuro che la zia March è, per me, un peso enorme, ma suppongo che, quando avrò imparato a sopportarla senza brontolare, diventerà un pondo così leggero che non mi accorgerò nemmeno di averlo sulle spalle.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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