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      Non suona male, no, ma spero che farà altrettanto bene le cose di più grande importanza. Vuoi proprio andar via? Si? Dunque ti sono molto riconoscente per tutto quello che hai fatto e spero che ritornerai presto. I miei complimenti a tua madre: buona notte, Dottor Jo! — Egli le strinse affettuosamente la mano, ma a Jo sembrò che qualche cosa l’avesse annoiato. Volendosene accertare, domandò a Laurie, appena furono nell’ingresso, se avesse detto o fatto qualcosa di male. Laurie scosse la testa: — No, sono stato io! Non gli piace sentirmi suonare.
      — Perché?
      — Glielo dirò un giorno. Giovanni la verrà ad accompagnare. Mi dispiace di non poterlo fare io stesso.
      — Non ce n’è bisogno; non sono una signorina ed in due salti sono a casa. Si riguardi sa?
      — Sì, ma lei ritornerà, non è vero?
      — Se mi promette di venirci a trovare, appena sarà guarito!
      — Glielo prometto.
      — Buona notte Laurie.
      — Buona notte Jo, buona notte!
      Quando Jo ebbe raccontate a casa tutte le sue avventure, venne a tutti il desiderio di fare una visita in massa alla gran casa, perché tutti vi trovavano qualcosa di attraente. La signora March avrebbe voluto parlare di suo padre con quel suo vecchio amico d’infanzia: Meg desiderava di vedere la serra; Beth sospirava pel pianoforte a coda, ed Amy era ansiosa di ammirare i bei quadri, di cui Jo le aveva fatto la descrizione.
      — Mammina, perché il signor Laurence non vuole che Laurie suoni? — domandò Jo che era di natura assai curiosa.
      — Non ne sono sicura, ma credo che sia perché il padre di Laurie sposò un’artista italiana che suonava meravigliosamente, ma che non piaceva al vecchio molto orgoglioso e superbo.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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