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      L’altro leone era la ricchezza di Laurie e questo faceva sì che i March accettassero di rado i favori che non potevano ricambiare; ma quando videro che Laurie li considerava non come beneficati, ma come benefattori, e non sapeva dimostrare abbastanza la sua gratitudine per l’accoglienza materna della signora March, per la compagnia allegra delle ragazze e per il conforto che trovava in quella modesta casa, esse dimenticarono il loro orgoglio e scambiarono gentilezze e favori senza pensare quali avessero maggior valore.
      Molte cose piacevoli accaddero in questo tempo; l’amicizia crebbe come l’erba in primavera, poiché tutte presero ad amare moltissimo Laurie, ed egli privatamente informava il suo tutore che «le March erano addirittura ragazze impagabili». Coll’innocente entusiasmo della gioventù le quattro ragazze accolsero Laurie tra di loro, e lo misero a parte di tutto ciò che avevano e facevano, mentre che egli perfettamente felice nella loro semplice ed innocente compagnia, faceva di tutto per rendersi utile e piacevole. Non aveva mai conosciuto né madre né sorelle e ben presto sentì l’influenza che esercitavano su di lui le ragazze e la loro vita attiva ed animata lo fece arrossire pensando alla vita che egli fino ad allora aveva menata. Egli era stanco di libri, e trovò la nuova compagnia così interessante che il signor Brooke dovette dare dei rapporti molto sfavorevoli sul conto dei suoi studi, giacché non faceva altro che inventare nuovi giuochi e fare delle scappate dai March.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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