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      — Bisognerà che tu vada a ringraziarlo — disse Jo scherzando, che l’idea che la timida Beth andasse veramente non le era neppur venuta alla mente.
      — Sì, voglio andare; anzi, voglio andar subito, prima di perdere il coraggio — e, con gran meraviglia di tutte, Beth scese le scale, attraversò i due giardini ed entrò nella casa dei Laurence.
      — Che io possa morire se non è la cosa più miracolosa che ho mai visto in vita mia! Il piano le ha fatto girar la testa! non sarebbe mai andata se avesse avuto la testa al posto!
      — gridò Anna, guardandola con ammirazione, mentre le ragazze erano rimaste mute dalla grande sorpresa. Sarebbero state anche più sorprese se avessero veduto quel che Beth fece poi. È appena credibile, ma pur è vero! Ella s’incamminò verso lo studio del signor Laurence, picchiò all’uscio e, quando una. voce burbera disse: «Entrate» entrò veramente e, andando dritta verso il vecchio, gli porse la mano, dicendo con un tremito nella voce: — Vengo a ringraziarla per.... — ma non finì: il volto del vecchio era così dolce ed amichevole, ch’ella scordò il suo discorso e, rammentandosi solamente ch’egli aveva perduta la bambina che amava, gli cinse il collo colle due braccina e lo baciò. Se il tetto della casa fosse crollato ad un tratto il signor Laurence non sarebbe stato più meravigliato; ma quell’atto gli piacque, oh gli piacque assai! e fu tanto contento e commosso da quel bacio che tutta la sua rustichezza svanì d’un tratto; e, prendendosi Beth sulle ginocchia, avvicinò la guancina fresca alla sua vecchia e grinzosa, immaginandosi così di avere ancora una volta con sé la sua nipotina.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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