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      Caso volle che un alto personaggio visitasse la scuola quella mattina, e che le carte geografiche di Amy ricevessero elogi ben meritati: questo onore fatto alla sua nemica accrebbe l’odio della signorina Snow e fece aumentare di molto l’orgoglio della signorina March, che prese l’aria di un pavone che fa la ruota. Ma ahimè! Ahimè! L’orgoglio vien meno dinanzi ad una caduta e la vendicativa Snow fece volgere ben presto le sorti in modo disastroso! L’alto personaggio non aveva ancora voltato le spalle dopo aver fatto i soliti complimenti d’uso, che Giannina, col pretesto di comunicargli qualcosa d’importante, informò il signor Davis che Amy March aveva un pacco di caramelle nel banco. Ora il signor Davis aveva spesso dichiarato che le caramelle erano oggetto di contrabbando ed aveva solennemente promesso un’esemplare punizione alla prima che avesse infranto la regola.
      Questo poi era un momento sfavorevolissimo per denunziare Amy e la signorina Snow lo sapeva. Il signor Davis aveva evidentemente preso il caffè troppo forte quella mattina: tirava un vento di levante che gli aveva aumentati i dolori della nevralgia e le sue alunne, rispondendo male, lo avevano fallo scomparire dinanzi all’alto personaggio; egli era perciò, per dirla con termine scolaresco, se non elegante almeno espressivo, nero come un calabrone ed arrabbiato come un cane. La parola «caramelle» fu come la scintilla che dà fuoco all’incendio; la sua faccia gialla divenne rossa per il dispetto e batté la mano sul banco con tale energia che Giannina spaventata con un salto tornò al suo posto.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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