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      — È proprio vero! — gridò Laurie, che, in un angolo della stanza giuocava a scacchi con Jo: — Conobbi una volta una bambina che aveva un vero talento per la musica, e non lo sapeva; non s’immaginava mai che belle cosine componeva quando era sola, e, se glielo avessero detto, non ci avrebbe creduto.
      — Come desidererei conoscere questa bambina: forse potrebbe aiutare me che sono così stupida — sospirò Beth, che gli stava accanto e l’ascoltava con interesse.
      — La conosci e ti aiuta più di qualunque altra persona al mondo — rispose Laurie, guardandola con tale espressione birichina che Beth, diventò ad un tratto rossa come una ciliegia e nascose il volto sul guanciale, sopraffatta addirittura da una simile scoperta.
      Jo lasciò che Laurie vincesse la partita per ripagarlo del complimento fatto alla sua Beth, e Beth, quella sera, non volle a nessun costo suonare come al solito, tanto che Laurie dovette prendere il suo posto e fare del suo meglio, cantando divinamente alcune vecchie melodie. Quando egli se ne fu andato via, Amy, che era stata pensierosa tutta la sera, disse ad un tratto, come colpita da una nuova idea: — Laurie è un ragazzo colto?
      — Sì, ha avuto un’educazione eccellente ed ha grande talento: farà certamente qualcosa di buono se non si guasta! — rispose la madre.
      — Ed egli non ha una grande opinione di sé? — domandò Amy.
      — Affatto: ed è per questo che è così simpatico e noi gli vogliamo tutti tanto bene.
      — Ah! Capisco! È una bella cosa essere istruiti e ben educati, ma non bisogna farsene un vanto ed esserne alteri!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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