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      Meg e Beth risposero subito: — Io no, — e la guardarono sorprese, ma Amy cominciò a tormentare il fuoco e non rispose. Jo la vide diventar rossa e si rivolse subito a lei e:
      — Amy, l’hai preso tu!
      — No, non l’ho.
      — Sai allora dov’è!
      — No, non lo so.
      — È una bugia, — gridò Jo prendendola per le spalle e guardandola con un’espressione così feroce da spaventare una bambina molto più coraggiosa di Amy.
      — Non è una bugia; non l’ho, non so dove sia e non m’importa nulla di saperlo.
      — Tu sai qualche cosa del libretto e farai bene a dirmelo, se no te lo farò dire per forza — gridò Jo eccitandosi sempre più e scuotendola leggermente.
      — Grida quanto ti pare ma non avrai mai più la tua stupida novella, — gridò Amy, eccitandosi a sua volta.
      — Perché?
      — L’ho bruciata!
      — Il mio libro, quello ai cui ho lavorato tanto e che speravo di finire prima che tornasse papà! Lo hai proprio bruciato? — disse Jo diventando pallidissima, mentre che i suoi occhi gettavano fiamme e le mani stringevano con forza le spalle di Amy.
      — Sì, l’ho proprio bruciato! Te l’ho detto che te l’avrei fatta pagare cara, perché sei stata così scompiacente ieri e l’ho fatto, perciò....
      Ma non continuò più oltre, perché Jo, cieca dalla rabbia, cominciò a scuoterla con tanta violenza, da farle battere i denti, mentre gridava in un accesso di rabbia e di dolore:
      — Brutta cattivaccia, indegna! Non potrò riscriverlo mai più e non te lo perdonerò mai per tutta la vita!
      Meg volò in aiuto di Amy e Beth corse a pacificare Jo, ma questa era fuori di sé e, dato un ultimo scapaccione ad Amy, fuggì dalla stanza e si rinchiuse nella soffitta a terminare da sola la battaglia.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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