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      Io volevo quel vestito di seta viola, ma non e’è tempo di accomodarlo, e perciò bisogna che mi contenti del mio vecchio di tarlatana: poi mamma ha quel bel finimento di perle, ma essa ha detto che per una ragazza il più bell’ornamento sono i fiori freschi, e Laurie ha promesso di mandarmene quanti ne voglio, — replicò Meg. — Ora aspetta, lascia che pensi un po’: ho il mio vestito grigio nuovo da passeggio, — Beth fammi il piacere arricciami quella penna sul cappello — ho poi il mio vestito chiaro per la domenica e per il balletto — è un po’ pesante per la primavera, ma bisogna che serva. Oh se avessi quello di seta violetta!
      — Non importa, hai quello di tarlatana per il ballo grande e stai sempre così bene quando sei in bianco, — disse Amy, che andava in brodo di giuggiole quando si trattava di vestiti e di cose ricche e ricercate.
      — Non è scollato e non è lungo abbastanza di dietro ma dovrà ben servire. Il mio vestito blu da casa sta tanto bene, rivoltato e guarnito come è di fresco, che mi pare di averne uno nuovo; la mia giacchetta di seta non è tagliata all’ultima moda ed il mio cappello non è così elegante come quello di Sallie; non ho detto niente, ma il mio ombrello è stato una compra molto infelice. Dissi a mamma di comprarmene uno nero con un manico bianco, ma essa se ne è dimenticata e me ne ha comprato uno verde con un manico giallognolo. È forte e buono, dunque non dovrei lamentarmi, ma so che me ne vergognerò paragonandolo a quello di Anna, — sospirò Meg, guardando poco favorevolmente il piccolo ombrello.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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