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      — Questo è naturalissimo e non è affatto dannoso, quando questo piacere non diventa una passione e non conduce al male. Mia Meg, bisogna che tu impari a conoscere ed apprezzare le lodi che hanno qualche valore, e che tu sappia eccitare l’ammirazione delle persone buone, oltre che colla bellezza, anche colla modestia.
      Margherita non rispose, ma restò pensierosa, mentre Jo, colle mani dietro alla schiena, interessata ed anche un po’ perplessa, stava ascoltando attentamente. Era una cosa del tutto nuova il veder Meg arrossire e parlare di ammirazione, innamorati e simili cose; ed a Jo pareva che in questi quindici giorni Meg fosse diventata una vera signorina e che a poco a poco si stesse allontanando da lei, per entrare in quel mondo ove non poteva seguirla.
      — Mammina, hai tu dei «piani» come dice la signora Moffat? — domandò Meg arrossendo.
      — Sì cara, ne ho molti; ogni madre ne ha, ma i miei piani differiscono assai da quelli della signora Moffat, credo:
      — Io desidererei soltanto che le mie figliuole fossero belle, istruite e buone; che fossero ammirate, amate, rispettate, che passassero una bella gioventù e che si maritassero bene, menando una vita attiva, felice, scevra da dispiaceri e da dolori. Essere amate e scelte da un uomo buono ed onesto è la cosa più bella, la più dolce a cui possa aspirare una donna e spero che le mie figlie potranno gioire di questa felicità. È naturale che tu pensi a questa cosa, Meg, ed è giusto che tu la debba attendere, ma intanto il tuo compito è di prepararti a questa nuova vita, così che quando verrà il momento tu ti senta in grado di meritarla e tu possa esser pronta a compiere i tuoi nuovi doveri.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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