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      Mie care ragazze, io ho le mie idee per voi, ma non voglio che facciate come fanno molte ragazze, che sposiate cioè un uomo ricco solamente perché è ricco, perché ha delle belle case, che non potranno mai procurarvi una vera casa familiare perché non vi è vera famiglia ove manca l’affetto. L’oro è una cosa preziosa, sì, e quando è usato bene è una cosa nobile, ma non voglio che crediate che sia il primo ed unico fine verso il quale dovete tendere. Preferirei vedervi al moglie di un povero uomo, ma amata, rispettata e felice, piuttosto che regina in un regno senz’amore e senza pace.
      — Bella dice che le ragazze povere non hanno mai buone occasioni, se non si mettono un po’ in vista — sospirò Meg.
      — Allora rimarremo vecchie zitelle — disse Jo con forza.
      — Hai ragione, Jo; è molto meglio essere zitelle contente che mogli infelici o ragazze che tendono le reti per accalappiare un marito qualsiasi — disse la signora March con voce ferma. — Non ti preoccupare, Meg; la povertà non è mai stata di ostacolo ad un amore sincero. Alcune delle migliori e più felici donne che io conosca erano povere nella loro gioventù, ma erano così buone, così brave, che non sono rimaste ragazze. Lascia che il tempo provveda; aiuta ora a render bella la tua casa presente, per essere in grado di avere poi una casa tua, se ti viene offerta, e far divenire anche quella un nido di felicità. Ricordatevi di questo, ragazze: vostra madre è sempre pronta ad essere la vostra confidente, vostro padre il vostro amico, ed ambedue speriamo e preghiamo che le nostre ragazze, maritate o no, saranno sempre il nostro conforto e il nostro orgoglio.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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