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      Questa signora era una vecchia zitellona, piccola, gialla, con un naso adunco e due occhietti impertinenti, che vedevano tutto. Era per di più una gran chiacchierona, per cui le ragazze non la potevano vedere, ma la rispettavano perché era vecchia e povera ed aveva pochi amici. Meg le diede subito una poltrona e cercò d’intrattenerla mentre ella faceva delle domande e criticava tutto e tutti, raccontando la cronaca delle persone di conoscenza.
      È impossibile raccontare le inquietudini che ebbe Jo quella mattina, né gli esperimenti, le prove, le fatiche che dovette sopportare. Temendo di far ancora peggio, se domandava consigli ad altri, fece da sola come potè e venne ben presto alla conclusione che l’energia ed il buon volere non bastano per formare una brava cuoca. Fece bollire gli asparagi per un’ora e fu assai mortificata nel vedere che le punte si staccavano pel troppo cuocere ed i gambi erano più duri che mai. Il pane si bruciò tutto; in quanto all’insalata le dava tanto pensiero il condirla che dimenticò ogni altra cosa. L’aragosta era per lei un mistero e dopo averla battuta, tormentata e stuzzicata con coltelli, martelli e cucchiai, riescì a cavarne tanta poca polpa da poterla nascondere fra due foglie di lattuga. Dovette togliere le patate dal fuoco per non fare diventare freddi gli asparagi, e rimasero perciò mezze crude; il dolce riuscì duro e le fragole, dopo essere state pulite, non sembravano così mature e buone come lo erano dapprima.
      — Peggio per loro! Mangeranno l’arrosto freddo e del pane col burro se hanno fame!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





Meg