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      Il cappello di Jo meritò un unanime voto di plauso: servì a rompere il ghiaccio poiché provocò da principio uno scoppio di risa; faceva poi da ventaglio per l’intera compagnia, agitandosi mentre essa remava ed avrebbe servito da ombrello per tutti, come diceva Jo, se per caso il tempo si fosse messo alla pioggia. Caterina stava, osservando con un’aria un po’ meravigliata il contegno di Jo, specialmente quando la udì esclamare al momento in cui aveva perduto un remo: — Cristoforo Colombo! — e quando udì Laurie che le diceva, avendole nel passare pestato i piedi: — Mio caro amico, ti ho fatto male? — Ma dopo averla guardata attentamente col suo occhialino, Caterina venne alla conclusione che era un po’ buffa, ma allegra ed intelligente e le sorrise da lontano con grande benignità.
      Meg si trovava nell’altra barca, in una magnifica posizione, faccia a faccia coi due rematori, che ammiravano tutti e due la prospettiva e che manovravano i loro remi con non comune sapienza e maestria. Il signor Brooke era un giovane serio, con grandi occhi castagni ed una voce piacevole. Meg ammirava i suoi modi signorili e garbati e lo considerava come una specie di enciclopedia ambulante. Egli non le parlava mai molto, ma la guardava spessissimo e Meg era sicura che non la vedeva di mal occhio. Ned, iscritto com’era in collegio, metteva su tutte le arie dei giovani imberbi che vogliono annoverarsi fra gli uomini fatti; non era molto istruito, ma buono ed allegro, insomma una persona piacevolissima per una scampagnata.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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