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      Laurie fece alcuni passi senza rispondere e Jo lo guardò, desiderando quasi di non aver detto tanto, perché i suoi occhi avevano una espressione cupa, benché le labbra sorridessero.
      — Hai intenzione di farmi delle prediche fino a casa? — domandò ad un tratto.
      — Certamente no; perché?
      — Perché, se tu avessi quest’intenzione, prenderei l’omnibus; se no, mi piacerebbe tornare a casa con te e dirti, strada facendo, una cosa molto interessante.
      — Non predicherò più, te lo prometto; via di’, muoio dalla voglia di sapere questa notizia!
      — Andiamo allora. È un segreto e, se io ti dico il mio, tu mi devi dire il tuo.
      — Non ne ho io! — cominciò Jo, ma s’arrestò ad un tratto, ricordandosi che ne aveva uno.
      — Sì che lo hai; non puoi nasconder nulla tu, perciò “ confessa” se no non ti dico nulla — gridò Laurie.
      — È bello il tuo segreto?
      — Lo credo io! Si tratta di gente conosciuta! Lo dovresti sapere ed è tanto tempo che desidero rivelarlo a qualcuno! Via, comincia tu!
      — Non dirai nulla a nessuno a casa?
      — Non una parola.
      — E non mi tormenterai?
      — Non faccio mai dispetti io.
      — Sì che li fai, e peggio ancora, riesci sempre ad ottenere tutto ciò che vuoi. Non so com’è, ma sei un vero lusingatore!
      — Grazie tanto! Via, avanti!
      — Bene, se lo vuoi proprio sapere.... ho portato due storielle al direttore di un giornale ed egli mi darà la risposta fra una settimana — disse Jo all’orecchio del suo confidente.
      — Viva la signorina March, la celebre scrittrice americana! — gridò Laurie, gettando per aria il suo cappello, con gran divertimento di due oche, quattro gatti, cinque polli ed una mezza dozzina di ragazzi irlandesi; essi erano fortunatamente già fuori della città.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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