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      Laurie si avviò passo passo per riprendere gli oggetti smarriti e Jo si tirò su alla meglio i capelli, sperando di potersi rimettere in ordine prima che passasse qualcuno. Ma qualcuno passò e con suo grande rammarico Jo s’accorse che la persona che si avanzava verso di lei non era altri che Meg, reduce da un giro di visite, più elegante ed accurata del sotto nel suo abitino da passeggio.
      — Che cosa fai qui? — domandò con gran meraviglia, vedendo sua sorella scarmigliata a quel modo.
      — Raccatto le foglie secche — rispose umilmente Jo, scegliendo le più belle fra quelle che aveva raccolte.
      — E le forcine — aggiunse Laurie, gettandogliene una mezza dozzina in grembo — Crescono per la strada, sai, Meg, insieme coi pettini ed i cappelli di paglia marrone.
      — Hai corso di nuovo, Jo? Quando smetterai di fare il ragazzaccio a quel modo? — disse, Meg, con aria di rimprovero, mentre si accomodava i polsini e si lisciava i capelli, coi quali il vento aveva preso delle libertà.
      — Non smetterò finché non sarò decrepita e non dovrò usare le gruccie. Non cercare di farmi diventare vecchia prima del tempo, Meg: è già troppo vedere il cambiamento che hai fatto tu: lascia che io resti bambina quanto più posso.
      Così parlando, Jo chinava la testa per nascondere il tremolio delle labbra: ultimamente si era accorta con dispiacere che Meg diventava a poco a poco una donna ed il segreto che le aveva rivelato Laurie la faceva tremare al pensiero di una separazione che sarebbe avvenuta un tempo e che ora sembrava tanto vicina.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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