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      — Il titolo è promettente, lèggilo — disse Meg.
      Con un gran «Hem» ed un gran respirone, Jo cominciò a leggere con grandissima rapidità. Le ragazze ascoltavano con interesse: la storia era romantica e molto patetica ed i protagonisti andavano a finire tutti male.
      — Mi piace quella parte dove parla del bellissimo quadro — disse Amy, approvando, quando Jo ebbe finito.
      — A me piace più la parte romantica. Viola ed Angelo sono i nostri nomi favoriti! Curioso! — disse Meg, asciugandosi gli occhi, poiché la parte romantica era anche assai tragica.
      — Chi l’ha scritta? — domandò Beth che aveva veduto l’espressione del volto di Jo.
      Jo si alzò di scatto, gettò via il giornale e mostrando un viso rosso scarlatto con un misto curioso di solennità e di eccitamento, rispose con voce forte: — Vostra sorella!
      — Tu? — gridò Meg, lasciandosi cadere il lavoro dalle mani.
      — È molto bella! — disse Amy.
      — Lo sapevo! Lo sapevo! Oh mia Jo! Quanto sono contenta! — e Beth corse ad abbracciare la sorella e ad esultare su questo splendido successo.
      Come furono tutte contente! Meg non ci volle credere, finché non vide scritto in fondo al racconto, in grandi caratteri, il nome di «Giuseppina March»; Amy criticò graziosamente la parte artistica e diede a Jo alcune buone idee per un eventuale seguito, che sfortunatamente non si poteva scrivere, visto che i due principali personaggi erano già morti: Beth si eccitò talmente che cominciò a ballare ed a cantare per la stanza ed anche Anna fece la sua comparsa per dire: — Per bacco!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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