Pagina (194/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La colazione a quell’ora sembrava cosa strana ed anche il volto familiare di Anna, mentre si affaticava qua e là, colla berretta da notte in testa, sembrava loro il volto di un’estranea. Il gran baule nero era già pronto nell’entrata, il mantello ed il cappello della mamma erano stati posati sul sofà, la mamma stessa sedeva al tavolino cercando di mangiare, ma con una espressione così stanca ed abbattuta dall’ansietà e dalla veglia, che le ragazze ebbero un bel da fare per mantenere la loro promessa. Gli occhi di Meg, nonostante i suoi sforzi, si riempivano ogni tanto di lacrime; Jo dovette andare parecchie volte a nascondersi in cucina ed il volto delle due bambine minori aveva un’espressione di serietà e di inquietudine, come se il dolore fosse per esse un’esperienza nuova. Nessuno parlò molto ma, avvicinandosi l’ora della partenza, mentre stavano attendendo il legno, la signora March disse alle ragazze che erano tutte intente a ripiegarle lo scialle, chi ad accomodarle i nastri del cappello, chi ad allacciarle le galoscie, chi a chiuderle la valigia:
      — Bambine, vi lascio in custodia di Anna e sotto la protezione del signor Laurence. Anna è la fedeltà personificata ed il nostro buon vicino avrà cura di voi come se foste sue figlie. Io non temo quindi per voi, ma desidero che impariate a sopportare i dolori con fermezza e rassegnazione. Non state a disperarvi ed a piangere quando sarò partita e non crediate di trovar conforto nell’ozio o cercando di dimenticare. Continuate a lavorare come al solito, poiché il lavoro è il più gran conforto che possiate avere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





Anna Meg March Anna Laurence Anna