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      Esse pure l’osservarono e sorrisero ed agitarono le braccia; l’ultima cosa che essa vide alla voltata della strada furono le quattro facce serene e dietro a loro come salvaguardia la fedele Anna, il vecchio Laurence ed il devoto Laurie.
      — Come sono tutti buoni! — disse la signora March, voltandosi e trovando una prova di quello che aveva detto nella rispettosa devozione che si leggeva sul volto del giovane.
      — Non so come potrebbero farne a meno — rispose il signor Brooke ridendo così allegramente che la signora March dovette sorridere anch’essa, e così il viaggio cominciò sotto buoni auspici, col sole, con sorrisi e parole di conforto.
      — Sembra che sia passato un terremoto — disse Jo quando i loro vicini furono andati a casa per fare colazione lasciandole in libertà.
      — Mi pare che sia andata via metà della casa — disse Meg con voce triste. Beth aprì le labbra per rispondere qualcosa ma non poté che accennare col dito ad un mucchio di calze accomodate sul tavolino della loro mamma, la quale, anche all’ultimo momento, aveva pensato e lavorato per loro. Fu una piccola cosa, ma fu la goccia che fa traboccare il vaso e, nonostante le loro buone risoluzioni, scoppiarono tutte in singhiozzi. Anna con gran tatto lasciò che si sfogassero un po’ e quando vide che stavano per calmarsi, venne alla riscossa, armata di una grossa caffettiera.
      — Mie care signorine, — disse — si ricordino di quello che ha detto la loro mamma e non si disperino; prendano una buona tazza di caffè e poi ci metteremo tutte al lavoro.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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