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      — No, non l’avrai, Beth! — gridò Jo abbracciandola strettamente con espressione di sgomento dipinta sul volto. — Oh Beth, se tu fossi ammalata, non me lo potrei più perdonare! Che cosa faremo?
      — Non ti spaventare! Non credo che l’avrò molto forte; ho guardato nel libretto di mamma ed ho visto che comincia con mal di testa, mal di gola e malessere come lo provo io, perciò ho subito preso la belladonna ed ora mi sento meglio. — disse Beth appoggiandosi una manina fredda alla testa infuocata e cercando di nascondere il suo male.
      — Se mammina fosse a casa! — esclamò Jo, prendendo il libro e pensando con terrore che Washington era tanto lontana.
      Lesse una pagina, guardò Beth, le posò una mano sulla fronte; le guardò la gola e disse con grande inquietudine: — Sei stata con quel bimbo per più di una settimana, sei stata insieme con gli altri che avevano preso la scarlattina anche loro e non mi meraviglierei che la prendessi anche tu, Beth! Chiamerò Anna, lei se ne intende di malattie!
      — Non far venir Amy, per carità; non l’ha mai avuta e non vorrei attaccargliela. Tu e Meg non potete riprenderla, eh? -— domandò Beth con inquietudine,
      — Non credo, e non m’importerebbe nulla se la prendessi. Mi starebbe bene, egoistaccia che non sono altro! Lasciar andar sempre te, mentre io me ne stavo comodamente seduta a scrivere quelle scempiaggini! — mormorò Jo, mentre andava a consultare Anna.
      La buona donna fu in piedi in un attimo e prese subito le redini, cominciando col rassicurare Jo, dicendo che tutti i bimbi avevano la scarlattina e, se curati bene, non morivano mai, cose che Jo credette subito, e che la calmarono alquanto.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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