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      Ma anche questi lucidi intervalli svanirono coll’aggravarsi del male e, per ore ed ore, la povera piccina si agitava nel letto, mormorando parale interrotte ed incoerenti, oppure era assopita in un sonno pesante che non le portava alcun refrigerio. Il Dottor Bangs la visitava due volte al giorno, Anna la vegliava la notte, Meg aveva pronto nel suo cassetto un telegramma da spedirsi a qualunque momento a sua madre e Jo non si muoveva un istante dal capezzale di Beth.
      Il primo di dicembre fu per le povere ragazze una giornata d’inverno davvero oscura! Di fuori soffiava un vento gelato, la neve cadeva a larghi fiocchi e l’anno sembrava si preparasse alla morte. Quando il dottor Bangs venne quella mattina, guardò a lungo Beth, tenne la manina ardente nelle sue per un minuto, poi la riposò lentamente sulla coperta, dicendo a bassa voce ad Anna — Se la signora March può lasciare suo marito, sarebbe bene che venisse! — A queste parole Anna, che non poteva parlare per il gran tremito nelle labbra, fece col capo un cenno di assentimento; Meg si lasciò cadere su di una seggiola, come se le forze le mancassero, e Jo, dopo esser stata un minuto immobile, col volto pallido come la morte, corse nell’anticamera, prese il telegramma e, gettandosi sulle spalle il mantello, si precipitò fuori nella bufera. Ben presto fu di ritorno, e mentre silenziosamente si levava il mantello, vide Laurie che entrava con una lettera in mano dicendo che il signor March stava meglio ed era nuovamente in via di guarigione.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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