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      Era la migliore cosa che potesse fare e recò più sollievo che non le parole più eloquenti, poiché Jo sentì la muta simpatia, ed in quel silenzio capì quanto conforto può dare l’affetto al dolore più intenso. Dopo qualche tempo, ella rasciugò le lacrime che l’avevano tanto sollevata e guardò Laurie con volto pieno di riconoscenza.
      — Grazie, Teddy, — disse — sto molto meglio adesso, non mi sento così scoraggiata e sola e cercherò di sopportare con rassegnazione questo gran dolore, se mai venisse!
      — Spera sempre pel meglio, Jo: questo ti sarà di grande aiuto! Tua madre sarà presto qui ed allora tutto andrà bene!
      — Sono così contenta che papà stia meglio; così la povera mamma verrà via col cuore più leggiero! Oh Dio! Pare proprio vero che le disgrazie non vengono mai sole ed a me tocca sopportare la parte più grave! — sospirò Jo, stendendo il fazzoletto bagnato sulle ginocchia per farlo asciugare.
      — Come? Meg non fa quello che dovrebbe? — domandò Laurie indignato.
      — Oh sì, cerca di far del suo meglio, ma non ama Beth come l’amo io e non le farà tanto vuoto! Ma Beth è la mia coscienza e non posso lasciarla andare, non posso, non posso!
      E la povera Jo nascose di nuovo il volto nel fazzoletto e pianse disperatamente. Fino ad allora si era tenuta su coraggiosamente e non aveva sparso una lacrima, ma adesso aveva bisogno di uno sfogo. Laurie si passò una mano sugli occhi, ma non potè parlare finché il nodo, che gli era venuto alla gola, non fu passato e finché le labbra non cessarono di tremare convulsivamente.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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