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      Era un uomo brutto, ma le ragazze credettero di vedere il volto di un angelo quando, col sorriso sulle labbra ed un fare paterno, disse: — Sì, mie care, credo che la bambina sia fuori di pericolo adesso. Tenete la casa quieta, lasciatela dormire e appena si sveglia datele....
      Le ragazze non udirono quello che dovevano darle perché tutt’e due andarono nell’anticamera buia e là, sedute sulle scale, si tennero strettamente abbracciate, col cuore pieno di una gioia troppo sacra per le parole. Quando ritornarono in camera per esser baciate ed abbracciate dalla fedele Anna, trovarono che Beth giaceva nel letto colla guancia, da cui era già svanito il terribile rossore, appoggiata ad una mano e che respirava tranquillamente come se si fosse addormentata allora allora.
      — Se la mamma venisse adesso — disse Jo, mentre alla notte cominciava a seguire l’alba.
      — Vedi — disse Meg avvicinandosi a lei con una rosa bianca mezza schiusa — Avevo creduto che questa rosa non sarebbe stata abbastanza aperta per metterla nelle mani di Beth domani se.... fosse partita! Ma si è schiusa nella notte ed adesso la voglio mettere in questo vaso affinché, quando essa si sveglia, possa per prima cosa vedere la rosina bianca ed il volto della mamma.
      Il sole non era loro mai sembrato così bello, né la natura così splendente quali apparvero quella mattina agli occhi stanchi di Meg e di Jo, quando la triste veglia fu terminate.
      — Sembra il mondo delle fate — disse Meg sorridendo a sé stessa mentre che dietro la tenda ammirava lo spettacolo.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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