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      Poi la divertì per un’ora e prese grande interesse alle sue pene. Ma quando fu per andarsene, Amy lo fermò per domandargli con labbra tremanti: — È in pericolo Beth?
      — Temo di sì, ma dobbiamo sempre sperare per il meglio. Non piangere cara — e Laurie l’abbracciò con un moto così fraterno che Amy si sentì consolata.
      Quando fu partito, Amy andò nella sua cappellina e là, seduta nel crepuscolo, pregò per Beth cogli occhi pieni di lacrime ed il cuore angosciato, dicendo a sé stessa che un milione di anelli di turchesi non l’avrebbero consolata della perdita della sua cara e paziente sorellina.
     
     
     
     
     
     
     
     
      CAPITOLO DICIASSETTESIMO
     
     
      Confidenze.
     
     
     
     
      Non credo di poter trovare parole bastanti per descrivere l’incontro tra madre e figlie; sono sentimenti, quelli, bellissimi per chi li prova, ma difficili a descrivere, perciò lascio campo al lettore di dar libero corso alla sua fantasia, aggiungendo soltanto che nella casa regnò felicità completa e che il desiderio di Meg fu appagato, poiché le prime cose che Beth vide nello svegliarsi dal sonno lungo e benefico furono il volto di sua madre e la piccola rosa bianca. Troppo debole per potersi meravigliare, Beth sorrise soltanto e si strinse alle braccia amate, sentendo che il suo gran desiderio era stato finalmente esaudito. Poi si addormentò di nuovo e le ragazze si misero intorno alla madre e la servirono di tutto punto, poiché ella non volle togliere la mano dalla stretta della povera manina così magra e diafana, che si aggrappava alla sua, anche nel sonno.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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