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      Erano andate a rifugiarsi nella cappella, ove Amy l’aveva condotta spiegandole a cosa era destinata e l’idea non dispiacque alla signora March.
      — Anzi, mi piace moltissimo, cara; — diss’ella, volgendo uno sguardo al libretto di preghiere, che portava segni evidenti d’esser stato spesso letto e sul bellissimo quadro colla sua cornice di semprevivi. — È una bellissima idea di avere un luogo appartato ove ci si può rifugiare quando si vuole star quieti o quando si ha qualche dispiacere. Vi sono molti brutti momenti in questa nostra vita, ma possiamo sopportarli con una certa rassegnazione se domandiamo aiuto a Colui che lo può sempre dare; vedo che la mia buona bambina incomincia ad imparare tutto questo, non è vero?
      — Sì mamma; e quando torno a casa voglio avere un cantuccino nella stanza degli impicci, ove possa mettere i miei libri e la copia che ho cercato di fare di quel quadro.
      Mentre Amy accennava col dito, la signora March vide sulla mano alzata, qualcosa che la fece sorridere. Non disse nulla, ma Amy vide e capì quello sguardo e dopo una piccola pausa soggiunse seriamente:
      — Ti volevo parlare di questo, ma me ne sono scordata. La zia mi ha regalato oggi quest’anellino, mi ha chiamato a sé, mi ha baciata e mi ha messo l’anello in dito, dicendo che io le facevo onore e che vorrebbe tenermi sempre presso di sé. Mi ha dato anche quest’altro curioso anellino per reggere quello di turchesi che è un po’ largo. Vorrei portarli, mamma, me lo permetti?
      — Sono molto bellini ma temo che tu sia troppo giovane per portare ornamenti di questo genere, Amy — disse la signora March guardando la manina rosea e grassa, su cui spiccava l’anellino celeste ed il piccolo reggianello, formato di due manine d’oro incrociate.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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